
Vite che non sono la mia
Ci siamo noi, puliti e ordinati, risparmiati, e intorno a noi il cerchio dei lebbrosi, degli irradiati, dei naufraghi regrediti allo stato di selvaggi. Soltanto il giorno prima erano come noi, noi come loro, ma a loro e’ accaduto qualcosa che a noi non è accaduto e adesso apparteniamo a due umanità distinte.
…la mia è una vita riuscita? … Avrei detto che ero riuscito in alcune cose… Ma l’essenziale, l’amore, quello mi è mancato. Sono stato amato, si’, ma non ho saputo amare – o potuto farlo, non cambia. Nessuno ha potuto abbandonarsi a occhi chiusi al mio amore, e in fondo so che io non mi abbandonerò mai all’amore di nessuno. È quanto avrei detto se, prima dell’onda, mi avessero annunciato che stavo per morire. E poi, dopo l’onda, ti ho scelta, ci siamo scelti ed è cambiato tutto. Tu sei qui, vicino a me, e se dovessi morire domani potrei, come Juliette, dire che la mia è stata una vita riuscita.
Emmanuel si trova in vacanza nello Sri Lanka quando lo tsunami si abbatte sulle coste del Pacifico. La sua famiglia resta indenne, al contrario di quella di un’altra coppia di francesi, che perde tragicamente la propria bambina di 4 anni. Da lì il calvario per cercare il suo corpicino travolto dall’acqua e spostato da un ospedale all’altro, da una città all’altra, perché le salme dei turisti occidentali ricevono un trattamento diverso da quelle degli autoctoni, avendo diritto a un posto in prima classe all’interno di una cella frigorifera che ne conservi quello che resta.
A chilometri di distanza, in Francia, Juliette, la sorella della compagna di Emmanuel, scopre che un tumore avuto da ragazzina ha sparso metastasi in giro per il suo corpo e che le resta poco da vivere.
È di fronte a queste immani tragedie, solo sfiorate eppure così vicine, che qualcosa cambia nel protagonista, eterno insoddisfatto e sempre alla ricerca di qualcosa di diverso.
Emmanuel sente di non poter restare inerte di fronte a tutto questo dolore e di dover agire: farsi carico di queste vite che non sono la sua e raccontare, come gesto catartico, certo, ma anche per dare la giusta dignità a chi un segno del suo passaggio lo ha lasciato.
È così che comincia un viaggio nelle vite degli altri e, quindi, anche nella propria: la famiglia, il lavoro, la malattia e, soprattutto, la ricerca della felicità e del senso della vita.
In generale, sono due i tipi di lettura che preferisco: il romanzo di fantasia che racconta una storia inventata, ma verosimile, e la cronaca della vita vera raccontata in modo assolutamente parziale e secondo un ben preciso punto di vista, uno solo tra gli infiniti possibili. Carrere fa esattamente questo: riporta fatti oggettivi secondo un punto di vista soggettivo e utilizza la Storia, quella con la S maiuscola, come pretesto per raccontare la sua storia personale, in una narrazione che è insieme, appunto, cronaca e racconto, e che mi ha riportato alla mente una frase di quello che è stato per molto tempo, da quando ero bambina fino ai primi anni dell’adolescenza, il mio libro preferito: Illusioni, di Richard Bach.
Ecco una prova per accertare se la tua missione sulla Terra e’ compiuta. Se sei vivo non lo è.
Non posso negare che Vite che non sono la mia sia una lettura cruda e, indubbiamente, da affrontare con il giusto stato d’animo. Penso, però, che leggere solo storie col lieto fine, sia fare un po’ come gli struzzi e mettere la testa sotto la sabbia. Che poi, il lieto fine, bisogna anche saperlo trovare e saperselo raccontare, e questo, il protagonista, lo fa:
… Mi è capitato di sentir dire che la felicità si apprezza a posteriori. Che pensiamo: non me ne rendevo conto, ma a quel tempo ero felice. Per me non è così. Sono stato a lungo infelice, e molto cosciente di esserlo; oggi amo quello che è il mio destino, e della sua amabilità non ho un grande merito, la mia filosofia si riassume nella frase che, la sera dell’incoronazione, avrebbe mormorato Madame Letizia, la madre di Napoleone: “Speriamo che duri”.
Ah, e poi: preferisco ciò che mi rende simile agli altri a ciò che mi distingue. Anche questa è una cosa nuova.