Sensi di colpa
Stanotte ho fatto un sogno che mi ha fatto riflettere. Un sogno che può voler dire solo una cosa. E visto che non è la prima volta che mi succede, ho deciso di affrontare la realtà e di fare i conti con il mio passato, oltre che con il mio presente.
Mi trovavo in una palestra che frequentavo ormai parecchi anni fa e facevo BODY BUILDING…e, cosa ancora più strana, ero FELICE…ma com’è possibile? Io detesto il body building, non accetto proprio il concetto che sta alla base: come si può sostenere tutta quella fatica senza nemmeno un insegnante che ti fa fare delle coreografie stile “il ballo del qua qua”, permettendoti così di sfogare, almeno un pochino, la tua indole tamarra??? Per me è inconcepibile e se sono arrivata a sognare una sala attrezzi, vuol dire che sto male.
In realtà, già da tempo ho avuto dei segnali preoccupanti. Dopo pochi giorni dal mio trasferimento a Milano, ho sognato il mio istruttore di walking. Per rendere l’idea della simpatia di questo essere, vi basti sapere come mi ha accolto:
“Sei nuova?”.
“Ehm…sì!”.
“Oddio….”.
Mmm…mi sa che sei coglione, penso. Ma faccio finta di niente e, sfoderando la mia più grande poker face, rispondo sorridente:
“Guarda, fino a poco tempo fa andavo ad acqua gym, quindi dovrei essere relativamente pronta per l’allenamento…”.
“Non credo proprio, walking è completamente diverso, mi raccomando stai attentissima perché puoi farti male”.
Vabbè sei proprio coglione, ho capito. “Grazie, starò attentissima”.
Iniziamo la lezione (pesantissima), ma riesco ad andare relativamente a tempo e senza fare danni. E per giunta, mi diverto pure. Peccato che ogni due secondi veda dallo specchio questo imbecille che dà uno sguardo al suo lato B per assicurarsi che sia bello sodo, e uno sguardo al mio lato A nella speranza che io cada dal tapis roulant e mi fracassi per sempre. A un certo punto, introduce nella coreografia un saltello…uhhh, ma che difficoltà. Lo faccio senza alcun problema e lui al microfono “tu che sei nuova, non farlo assolutamente. Già ti vedo quattro mesi a letto ingessata fino all’inguine”.
Lo guardo incredula per la maledizione appena ricevuta pubblicamente e, incurante, continuo imperterrita a fare il cavolo di saltello. A quel punto il tizio mi odia definitivamente e questa sfida ha per me un sapore troppo invitante, quindi è deciso, quella sarà la mia nuova disciplina e lui il mio nuovo insegnante, per cui è bene che se ne faccia una ragione. A fine lezione, facendo finta di nulla e giusto per rassicurarlo, mi avvicino: “Complimenti, bellissima lezione. Ci vediamo SICURAMENTE la prossima volta”. E così è stato. Di certo non ero tra le sue cocche, ma se non altro mi sono guadagnata un po’ di rispetto.
A onor del vero, devo dire che nemmeno il mio esordio ad acqua gym è stato dei migliori.
“Sei nuova?”.
“Ehm…sì!”.
“Allora non esagerare, perché la mia lezione è un po’ pesante”.
“Guarda, in realtà fino a poco tempo fa facevo aerobica, quindi dovrei essere relativamente allenata”.
“Vedi tu, è che in acqua le cose sono un po’ diverse”.
Ma io me ne frego e tutta gasata inizio a sgambettare manco fossi stata alle olimpiadi di nuoto sincronizzato. Finché un crampo fortissimo al polpaccio sinistro non trasforma il mio sorriso felice nella bocca di una che ha appena avuto un ictus. Morale, la maestra si precipita a bordo vasca e mi becco il meritatissimo quanto odiatissimo “te l’avevo detto io…”.
Comunque, io qui a Milano vorrei tanto fare sport e ci ho anche provato, ma giuro che è impossibile. Sono andata a correre al parco, ma nel momento in cui riesco a metterci piede fa buio e ci sono solo spacciatori e maniaci, quindi ho paura e anziché correre me la do a gambe e me ne torno a casa. Poi sono andata in piscina una domenica ed ero intenzionata ad andarci almeno due volte alla settimana, tanto che mi sono pure organizzata con un’amica. Arrivate all’ingresso, c’era una fila quasi fin dalla strada.
“Uh che bello, ci dev’essere un evento”, fa lei.
Ma quale evento, c’era semplicemente una fila di 30 persone che avevano avuto la nostra stessa idea. Abbiamo aspettato per un’ora, ma alle dieci hanno comunicato che non avrebbero fatto entrare più nessuno. Ci abbiamo riprovato il giorno dopo, ma si è ripetuta la stessa scena e così abbiamo rinunciato definitivamente. Di iscrivermi ai corsi non se ne parla, visto che qui sai quando inizi a lavorare, ma non quando finisci.
Bene, ora che ho affrontato i miei demoni, spero proprio che non mi tormentino più la notte.
E sappiate, cari demoni, che il fatto che ieri abbia mangiato messicano a quattro ganasce e assaggiato pasticcini e Viennetta non è affare che vi riguarda. Vi auguro quindi una bella serata e vi invito ad andare a tormentare qualcuno che non fa sport per mancanza di volontà e non per mancanza di tempo. Grazie.
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Vita vissuta