
A misura d’uomo – l’esordio emozionante e sexy di Roberto Camurri
Non capita spesso di leggere un romanzo scritto da un uomo e di riconoscersi così tanto nelle situazioni e nei pensieri dei personaggi, da dimenticarsi completamente di questo particolare. Leggendo A misura d’uomo, romanzo d’esordio di Roberto Camurri, più volte ho avuto la sensazione di averle vissute personalmente, quelle storie, e non saprei dire se ho amato di più il contenuto o la forma, perché mi hanno conquistato entrambi, sin dalla prima frase:
Erano andati al mare il giorno dopo aver fatto l’amore per la prima volta.
La storia è quella di Davide e Anela, di Davide, Valerio e Anela, di Valerio e Anela, una storia di amicizia e amore, in cui i non detti e l’assenza sono importanti almeno quanto le parole e la presenza. Ai personaggi principali se ne aggiungono altri – Mario ed Elena, Maddalena e Paolo, la Bice e Giuseppe – le cui vite assolutamente normali sono il ritratto di Fabbrico, cittadina dell’Emilia Romagna in cui non succede niente di particolare, eppure succede tutto. La storia infatti si gioca tutta sui personaggi, e nonostante i dialoghi diretti siano tutto sommato pochi, la loro personalità viene fuori benissimo e ci si affeziona a tutti, nessuno escluso.
All’inizio si ha l’impressione di vivere il tempo di Davide e Anela, ma a pagina diciassette arriva la sterzata – Anni dopo, una notte, lei si era svegliata… – e da quel momento in avanti la scelta dell’autore di non seguire l’ordine cronologico degli eventi ha come effetto quello di rendere la storia ancora più interessante. Del resto questo è un romanzo fatto di racconti i quali, per definizione, potrebbero vivere in autonomia l’uno dall’altro, oppure essere disposti in maniera diversa – anche se bisogna ammettere che non sarebbe lo stesso libro.
Ho amato moltissimo A misura d’uomo, un romanzo che è difficile condensare in poche righe perché è emozionante come lo sono le prime volte, come il primo bacio con la lingua dato sulla spiaggia, e sexy come le ultime, quelle in cui nella persona che ci sta di fronte si scorge quella di tanti anni prima, e ci si emoziona a pensare a quanto le cose sono belle, quando sono belle.
Ci si sente meno soli a sapere che la vita trascorre anche a Fabbrico, e che si può andare avanti anche dopo che ci si è perduti, ché la strada per il mare, quella, si ritrova sempre.
Dormono abbracciati, lei non dorme però, è un sonno nervoso, interrotto, si alza per bere, per andare in bagno, si alza per guardare Davide che, ogni volta che lei torna a letto, la cerca e l’abbraccia. Vorrebbe capire cosa è cambiato, perché lui oggi è così. Sa, però, che a volte il tempo per le parole è un tempo sbagliato e allora resta zitta e aspetta che lui si svegli e la porti al mare.
19 Febbraio 2018 at 16:19
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