
Le scelte che non hai fatto
Le cose che si lasciano indietro, case, fidanzati, lavori, figli, non scompaiono come nei film o nei romanzi. Li’ il protagonista sceglie di cambiare vita, si sposa o divorzia, emigra, decide di rinunciare alla carriera, ai soldi, a un’eredità, o al contrario diventa un ladro, un assassino. Ma comunque vadano le cose, quello che si lascia alle spalle resta, appunto, alle spalle. Assai poco importa a chi legge o guarda cosa se ne è fatto di quel passato, contano il presente e il futuro. Al massimo gli concediamo, o lui si concede, dei momenti di nostalgia, nostalgia per qualcosa che non è più.
Non avviene così nella vita reale. Qui quelle cose cui abbiamo scelto di non dare corso continuano a vivere accanto a noi. Camminano su strade parallele alla nostra, appena qualche metro più indietro. Su altre gambe.
La teoria dell’autrice, Maria Perosino, e’ semplice: quando facciamo una scelta, qualsiasi scelta, solo il 51% di noi sposa quella causa. Il restante 49%, invece, avrebbe fatto una scelta diversa. E c’è sicuramente almeno una persona per la quale il nostro 49 ha rappresentato il suo 51.
Spinta dalla curiosità di vedere che cosa ne è stato di quelle vite che avrebbe potuto vivere, ma non ha vissuto, la protagonista comincia ad indagare le vite degli altri.
A cominciare da quella di Marina Abramovic e Ulay, che a dimostrazione di come
se ci vuole tempo per costruire una relazione, ce ne vuole anche, e tanto, per lasciarla andare
per dirsi addio sono partiti dai lati opposti della Grande Muraglia, col solo scopo di incontrarsi dopo 2500 chilometri per poi lasciarsi per sempre. Si rincontreranno solo vent’anni più tardi, al Moma, in
occasione della mostra The artist is present. Se non sapete di cosa sto parlando, prima di abbandonare la lettura guardate qui, che’ questo video da solo vale molto più di questa recensione: http://youtu.be/OS0Tg0IjCp4
Mentre si affaccia su vite che non sono la sua, Maria – perché e’ chiaro che la voce narrante e’ quella della stessa autrice – si interroga sulla vita, o meglio, sulle vite: quelle vissute e quelle solo sfiorate.
C’è un punto, nella vita, in cui s’infrangono i sogni? O di colpo si avverano? … Esiste o no qualcosa, una situazione, un episodio, per cui di colpo ci rendiamo conto di non essere all’altezza delle nostre aspettative? O in cui ci accorgiamo che è la vita che ci sta intorno a non essere all’altezza delle aspettative?
E poi, poco più avanti, si da’ la sua risposta:
…non c’è un momento in cui i sogni si avverano. Semplicemente si costruiscono, e col tempo ci si accorge che non sono affatto sogni, sono progetti concreti, tutto qui.
A chi non è capitato di farsi domande simili, di interrogarsi fin nelle viscere sul perché delle cose (peraltro, sul perché delle cose che ci piacciono poco, perché quando ci succede una cosa bella, spesso un generico “grazie” rivolto al destino ci sembra più che sufficiente). L’importante è non guardare alle vite non vissute, alle scelte non fatte, con rammarico, piuttosto con curiosità, perché
E’ un paesaggio senza geografia quello delle storie che non abbiamo vissuto. Possiamo esplorarlo, restarne affascinate o infastidite, ma non capiremo mai dov’è il centro… Ognuno di noi, nel bene o nel male, e’ la sua storia. Anzi, le sue storie, comprese quelle non vissute e solo immaginate e sognate. E… forse siamo un po’ anche le storie delle persone che abbiamo incontrato, quelle storie cui abbiamo imparato a voler bene come fossero la nostra, ma che nostre non sono.
Ho trovato molti spunti interessanti e pensieri condivisibili in Le scelte che non hai fatto.
E, a pensarci bene, non passa giorno che non assecondi un 51 e che un 49 viva da un’altra parte, magari proprio accanto a me.