Incompreso
Non è il titolo di un libro, ma dell’ultimo frutto dei miei acquisti.
Purtroppo appartengo alla categoria delle advertising victim e lo sono veramente, in tutti i sensi.
Da piccola, quando alla tv passava uno spot di qualcosa che avevo (giocattoli, quaderni, sottilette, qualunque cosa) mi piazzavo davanti allo schermo e urlavo felice “Io ce l’ho, io ce l’ho!”. Il problema era quando vedevo qualcosa di nuovo: “mamma, MI SERVE quella Barbie…MI SERVE quello zaino…MI SERVONO quei biscotti al cioccolato…”.
Da allora non sono cambiata molto. Certo, non parlo più col televisore (parlo da sola, come già sapete), ma continuo ad essere un bersaglio estremamente facile della pubblicità. Non faccio alcuna distinzione di mezzi (tv, radio, stampa, internet, affissioni e chi più ne ha, ne metta) e nel giro di breve tempo (da un nanosecondo a un giorno al massimo), mi convinco di avere bisogno dell’ultimo ritrovato del momento. Ed è un’autentica tragedia, da una parte perché a me piace veramente TUTTO (libri, vestiti, trucchi, scarpe, borse, orologi, bijoux, gioielli, senza considerare il vasto mondo dei SERVIZI, tipo viaggi, centri benessere, parrucchiere, estetista, ristoranti, ecc. ecc.) e dall’altra perché credo ciecamente nella pubblicità: sarei capace di comprare anche delle pietre, se solo me le descrivessero con le parole giuste e me le incartassero in una bella confezione.
L’ultimo mio carnefice è stato Amazon (ma sì, facciamogli un po’ di pubblicità gratuita) con quell’affare diabolico quanto meraviglioso chiamato Kindle. Purtroppo, lo hanno pubblicizzato per tutta la primavera in metropolitana e, ovviamente, ne sono rimasta subito affascinata. Per una persona che adora leggere, immaginate cosa significa avere un cosino piccolo e leggero, da portare sempre con sè, che contiene più di mille libri…un sogno divenuto realtà! Non so come, ma sono riuscita a resistere fino alla fine di ottobre, dopo di che l’impulso irrefrenabile all’acquisto mi ha assalito in tutta la sua veemenza e pericolosità. Non potendo permettermi di acquistare l’intera Amazon, come avrei voluto, mi sono limitata al modello base del Kindle, quello che costa meno. Torno a casa tutta felice, inizio a smanettare e navigo beata nello store alla ricerca di un bel libro. Poi accendo il PC, controllo le email e mi accorgo di avere acquistato CONTRO LA MIA VOLONTA’ tutti i libri che, secondo me, avevo solo preso in visione. Sudando freddo, disdico immediatamente gli ordini e chiamo il call center per spiegare l’accaduto. “Guardi, io questi libri non li voglio. E siccome ho già capito come va a finire, mi faccia la cortesia di disattivarmi la funzione paga con un click“.
“Signorina, devo darle due notizie, una buona e l’altra cattiva. La buona è che il suo ordine è stato disdetto e non le verrà addebitato l’importo. La cattiva è che Kindle funziona ESCLUSIVAMENTE con il paga con un click…scusi, ma non si è informata prima dell’acquisto?”.
Certo che no. Quando mai uno si informa di che cosa sta comprando esattamente se è sicuro che di quella cosa ha BISOGNO? Così mi sono scavata ufficialmente la fossa: in meno di un mese, ho già comprato quattro libri (stavolta volontariamente) e la sola idea che basta un click per averne un altro, oltretutto scontato, mi fa venire il solletico alle mani.
Spero che il santo protettore degli avari butti un occhio su di me e mi salvi da questa perdizione.
L’ultimo mio carnefice è stato Amazon (ma sì, facciamogli un po’ di pubblicità gratuita) con quell’affare diabolico quanto meraviglioso chiamato Kindle. Purtroppo, lo hanno pubblicizzato per tutta la primavera in metropolitana e, ovviamente, ne sono rimasta subito affascinata. Per una persona che adora leggere, immaginate cosa significa avere un cosino piccolo e leggero, da portare sempre con sè, che contiene più di mille libri…un sogno divenuto realtà! Non so come, ma sono riuscita a resistere fino alla fine di ottobre, dopo di che l’impulso irrefrenabile all’acquisto mi ha assalito in tutta la sua veemenza e pericolosità. Non potendo permettermi di acquistare l’intera Amazon, come avrei voluto, mi sono limitata al modello base del Kindle, quello che costa meno. Torno a casa tutta felice, inizio a smanettare e navigo beata nello store alla ricerca di un bel libro. Poi accendo il PC, controllo le email e mi accorgo di avere acquistato CONTRO LA MIA VOLONTA’ tutti i libri che, secondo me, avevo solo preso in visione. Sudando freddo, disdico immediatamente gli ordini e chiamo il call center per spiegare l’accaduto. “Guardi, io questi libri non li voglio. E siccome ho già capito come va a finire, mi faccia la cortesia di disattivarmi la funzione paga con un click“.
“Signorina, devo darle due notizie, una buona e l’altra cattiva. La buona è che il suo ordine è stato disdetto e non le verrà addebitato l’importo. La cattiva è che Kindle funziona ESCLUSIVAMENTE con il paga con un click…scusi, ma non si è informata prima dell’acquisto?”.
Certo che no. Quando mai uno si informa di che cosa sta comprando esattamente se è sicuro che di quella cosa ha BISOGNO? Così mi sono scavata ufficialmente la fossa: in meno di un mese, ho già comprato quattro libri (stavolta volontariamente) e la sola idea che basta un click per averne un altro, oltretutto scontato, mi fa venire il solletico alle mani.
Spero che il santo protettore degli avari butti un occhio su di me e mi salvi da questa perdizione.
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Vita vissuta