
Hanno tutti ragione
Tony Pagoda e’ napoletano. E, neanche a dirlo, napoletano e’ il suo linguaggio: lui ci ha proprio la parlata tipica di quelle parti e questo e’, a tratti, fastidioso. Se in più aggiungete che nella vita fa il cantante melodico, ce ne sarebbe a sufficienza per detestarlo. Invece, c’è un ulteriore motivo per farlo: e’ una persona di merda.
Perlomeno, questa e’ la sensazione che ho avuto per un bel pezzo. Cocainomane, violento, cinico, uno di quelli che non vorresti mai incontrare nella vita. Dispensa qua e la’ perle di saggezza (le sue), di filosofia di vita (la sua) e pensa anche cose condivisibili (a volte), ma l’antipatia e’ tale che non è proprio possibile stare dalla sua parte.
Finché, a un certo punto, dice una frase:
Quell’altro, la’ in fondo, nella foto sbiadita, ero io, quando ero ancora felice.
E’ nel momento in cui Pagodina, come lo chiamano, comincia a snocciolare il suo passato, a raccontare chi e’ e da dove viene, che quel cuore di lettore reso di pietra dal suo stesso modo di fare inizia, un pochino, a sciogliersi.
E’ quando Tony decide di cambiare vita, o meglio, di viverne un’altra di quelle che ha a disposizione. Ma avverte:
Il marciume che sono stato si è sedato, ma io lo so, lo intuisco, che non è scomparso per sempre. Sta sulla porta, come un buttafuori, e quando la serata sta per finire e non ci sono più clienti quello non è detto che non entri e faccia un casino inenarrabile. Si può cambiare, certo, ma in modo relativo.
Non c’è da stupirsi quindi se, anche a chilometri e chilometri di distanza dai luoghi che lo hanno visto crescere e combinarne una dietro l’altra, Tony finisca per incontrare comunque persone dal passato (e dal presente) non esattamente limpido. Ed è proprio un incontro di questo tipo che, indirettamente, finisce per riportarlo in Italia,
… un paesello… che perde colpi da così tanto tempo che anche il clima salubre gli sta voltando le spalle con la scusa del buco dell’ozono.
Ma a questo punto Tony, sarà per l’età che lo rende nostalgico, sarà perché le esperienze vissute gli fanno vedere le cose con lenti, in parte, diverse, un po’ e’ cambiato sul serio. O quantomeno e’ capace di guardarsi indietro e di ammettere, senza eccezioni, che si’, anche se non rimpiange nulla, certe volte ha sbagliato. Ha sbagliato con i fatti, ha sbagliato con le parole e ha sbagliato con i pensieri.
Le sue massime di vita risultano quindi molto più credibili che’, in fondo, pur non essendo una bella persona, non tutto è da buttare.
Insomma, Tony Pagoda e’ uno tosto, uno di quei personaggi che non si dimenticano. Può piacere o non piacere, certo e’ che affacciarsi nella sua vita porta inevitabilmente a riflettere su un possibile modo di vivere, diverso sicuramente rispetto allo stile di quelli che ben pensano, ma che è, appunto, quello che è: un diverso modo di vivere, diverso, ma non per questo meno reale di altri.
Scritto (e diretto, verrebbe da dire)
da Paolo Sorrentino, Hanno tutti ragione ritrae uno scarafaggio in copertina: di scarafaggi, infatti, ce ne sono tanti in questa storia, e di diverso tipo, ma non vi svelo niente di più.
E voi vi siete imbattuti nelle vicende di Tony? Che sensazioni vi ha suscitato, odio, amore o cosa? Il dibattito e’ aperto 🙂