
Asimmetria, Lisa Halliday
“Mary-Alice,” le disse lui con tenerezza dopo qualche istante. “Io lo so cos’è che fai.”
“Cosa?”
“So cosa fai quando sei da sola.”
“Cosa?”
“Scrivi. Non è così?”
Alice si strinse nelle spalle. “Un po’.”
Di questo romanzo avrete probabilmente letto di tutto e di più, soprattutto perché noi italiani, non diversamente dagli americani, non appena c’è qualcosa di anche vagamente pruriginoso ci sentiamo allertati con tutti e cinque i sensi. Nel caso di Asimmetria, esordio dell’americana Lisa Halliday pubblicato da Feltrinelli nella traduzione di Federica Aceto, il gossip è la relazione che l’autrice ha avuto con Philip Roth ormai molti anni fa e che avrebbe ispirato i personaggi della prima parte del libro.
Dopo avere letto il libro e assistito all’incontro con la Halliday a Il tempo delle donne, lo scorso 8 settembre, non posso che confermare che una certa somiglianza tra Alice, la protagonista della prima storia, e Lisa, ci sia – eccome. Ma sarebbe un grave errore e un vero peccato per i lettori soffermarsi su questo aspetto che è, a mio parere, totalmente secondario. La verità è che Asimmetria è un romanzo sui generis davvero ben scritto, con due storie totalmente distinte tra loro – tanto che, personalmente, troverei più corretto definirlo “raccolta di racconti lunghi”, anziché romanzo – a cui se ne aggiunge una terza, indirettamente collegata alla prima.
In sintesi, la prima storia, Follia, è ambientata a New York e racconta la relazione tra una giovane editor e un noto scrittore ormai anziano, che a differenza di Roth ha vinto il premio Pulizer.
… Alice… pensava a dove era stata nella vita, a dove stava andando, e come fare per arrivarci senza troppa difficoltà. Considerazioni complicate da quella sua esasperante tendenza a volere una cosa solo finché non la otteneva, dopodiché cominciava a desiderare qualcos’altro.
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“Non preoccuparti di cosa è importante e cosa no. Tutto è importante se è ben fatto. Ricorda le parole di Čechov: ‘Se nel primo capitolo c’è un fucile appeso al muro, in uno dei capitoli successivi quel fucile deve sparare'”.
La seconda storia, Pazzia, è invece ambientata all’aeroporto di Heathrow, dove Amir, economista dalla doppia cittadinanza americano-irachena, viene trattenuto per dei controlli che impediscono la sua partenza verso l’Iraq, dove vorrebbe fare visita al fratello. Questa lunga attesa forzata è l’occasione per ripercorrere con la mente tutti i fatti salienti della vita propria e della propria famiglia.
Non è possibile che l’Occidente desideri soltanto non avere troppi problemi dal Medio Oriente? Non essere l’obiettivo di attacchi terroristici, non dover pagare troppo il gas, non essere minacciato con armi chimiche e nucleari?… No, disse il tipo dell’UNHCR. Io credo che l’americano medio sia sincero quando dice di volere che l’Iraq diventi una nazione pacifica e democratica. Una nazione libera e laica. Anche se ci rendiamo conto che tutto questo potrebbe non essere possibile ancora per un po’.
Infine la terza storia, Desert Island Discs con Ezra Blazer, è un’intervista radio in cui lo scrittore del primo racconto condivide i pezzi musicali che più hanno segnato la sua vita, raccontando una serie di aneddoti.
Cerco il più possibile di mantenere un certo distacco da quello che viene scritto sul mio lavoro… le recensioni sono per chi legge, non per chi scrive.
Ma che cos’hanno in comune queste tre parti? Non molto, a dir la verità, se non il fatto che descrivono sempre relazioni asimmetriche: uomo/donna; aspirante scrittrice/scrittore affermato; giovane/vecchio; povera/ricco; Oriente/Occidente; libertà/prigionia; guerra/pace; intervistatrice/intervistato e, per trovare una formula che riassuma tutto, potere esercitato/potere subito. Proprio per questo trovo il titolo Asimmetria azzeccatissimo, perché davvero faccio fatica a trovare qualcosa che sintetizzi in modo più efficace ciò che queste storie hanno in comune.
Tutte e tre sono godibilissime, e a mio parere un gioiello di scrittura. Per questo ci tengo a sottolineare che chi se ne importa se la relazione con Roth ha costituito materiale non solo di scrittura, ma anche di marketing: Lisa Halliday è una brava scrittrice, tutti gli autori mettono anche pezzi della propria vita in quello che scrivono e se la vita privata, in questo caso, ha influito positivamente sul marketing del libro, ben venga. Buon per lei – ma anche chi se ne importa – se ha avuto una storia felice con Philip Roth, perché questo non aggiunge, né toglie niente ad Asimmetria, un titolo che semplicemente merita di essere letto.
Scegli questo. Scegli l’avventura, Alice. Questa è l’avventura. Questa è la disavventura. Questa è la vita.